Achille Funi

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Biografia breve di Achille Funi
Achille Funi (1890 - 1972) è stato un artista e pittore del XX secolo. Nasce a Ferrara nel 1890, muore a Appiano Gentile nel 1972,; pittore. Le tappe fondamnentali della carriera artistica di di Achille Funi si sorappongono a quelle della vicenda di Sironi, in una sorta di «vita parallela»: adesione al primo e al secondo Novecento, partecipazione alla polemica che si scatena intorno al movimento, propensione per la pittura murale che diviene negli anni Trenta e Quaranta la sua principale attività. Sia la Sarfatti che Sironi gli riconoscono le qualità necessarie ad affrontare le grandi superfici: anche nel suo caso si tratta del risultato della poetica attuata nella produzione da cavalletto degli anni Venti, soprattutto per le opere di impianto scopertamente rinascimentale, dai contorni nitidi e dai colori metallici. Il gusto per il recupero del passato, sia esso il Rinascimento o l'antichità classica, si riscontra fin dalle sue prime prove come muralista: nel 1930, in occasione della IV Triennale di Monza, affresca il vestibolo superiore della villa Reale con figure classicheggianti, ambientate in analoghe architetture. Funi si mostra fedele alla poetica della statua e alla rievocazione della classicità anche nell'affresco Giochi atletici italiani, suo contributo all'impresa decorativa della V Triennale milanese. Negli stessi anni si occupa degli allestimenti per la Mostra del decennale (sale Ce D) e aderisce al sironiano Manifesto della pittura murale. Nel 1934 porta al termine un grande affresco nella chiesa del Cristo Re a Roma e inizia il suo ciclo piú famoso, Il mito di Ferrara, nella sala della Consulta (ora dell'Arengo), presso il Palazzo comunale della città, in collaborazione con la pittrice F. Frei. Gli affreschi, commissionati dal concittadino I. Balbo e terminati nel 1937, sono ispirati ai poemi del Tasso e dell' Ariosto, a leggende e miti locali: San Giorgio e il drago, Fetonte, Ugo e Parisina. Sempre per interessamento di Balbo dal 1936 al 1939 esegue le decorazioni del palazzo del Governatore e della chiesa di San Francesco a Tripoli. Nella seconda metà degli anni Trenta prende parte all'impresa decorativa del palazzo di Giustizia a Milano, con il Mosè, una delle ultime occasioni, prima dello scoppio della guerra, in cui si ritrova a collaborare con il folto gruppo di artisti italiani con cui aveva condiviso la partecipazione alle principali mostre in Italia e all'estero nel corso di un ventennio. L'ultimo lavoro monumentale prima della parentesi bellica è costituito dai cartoni preparatori per un grande affresco destinato all'EUR.
FONTE: ANNITRENTA
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